Le attività in Collegio nel 2012

L’intervento di Saverio Gentile, direttore del Collegio, alla XVII Assemblea dell’Associazione

Da parte mia un assai cordiale saluto a Pio Cammarata, Presidente dell’associazione Agostini semper, a tutti gli agostini presenti e alla signora Luisa Bolgeo, madre di Michele Bruno Fasciolo, alla cui memoria è dedicato il premio di miglior laureato dell’anno.
Desidero iniziare questo mio breve intervento con dei ringraziamenti. In primis al prof. Lorenzo Ornaghi, da poco dimessosi da Rettore. Il mio non è un ringraziamento formale perché il prof. Ornaghi, a più e più riprese, ha dimostrato al collegio Augustinianum (ma anche agli altri collegi, Ludovicianum, Marianum e Paolo VI) un’attenzione, un interesse, una sensibilità e direi un’amicizia quale nei tempi passati forse mai si era registrata, con l’ovvia eccezione di Agostino Gemelli. Un grazie, e un pensiero commosso, anche al compianto mons. Sergio Lanza, Assistente Ecclesiastico Generale della nostra Università, che tanto credeva nel ruolo e nell’importanza dei collegi. Ci auguriamo, e confidiamo, che anche con i successori la collaborazione possa essere egualmente proficua e ricca. In tema di ringraziamenti, non posso esimermi dal sottolineare il costante, prezioso e amichevole appoggio che mai ci ha fatto mancare il dottor Mario Gatti, Direttore della sede di Milano dell’università.

La direzione del Collegio

La Direzione del collegio Augustinianum si compone, oltre che del sottoscritto in qualità di Direttore, del dottor Beniamino Manganaro, come vicedirettore, del dottor Edoardo Grossule, quale aiuto direttore, e di Vincenzo Morgioni, brillante laureando della facoltà giuridica, quale secondo aiuto direttore. Assistente spirituale è don Daniel Balditarra.

I nuovi entrati

Nell’anno accademico 2012-2013, quello in corso, sono entrate, in forza di concorsi tenutisi nei mesi di luglio e settembre 2012, non meno di 28 matricole, iscritte a pressoché tutte le facoltà. Contiamo infatti 11 studenti iscritti alla facoltà di economia, 8 a quella di giurisprudenza, 5 a lettere e filosofia, 1 a psicologia, 1 a statistica e 2 a scienze politiche. Consideriamo una grande ricchezza e una preziosa risorsa l’ospitare studenti impegnati nei più vari settori di studio e ricerca e provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia: se le nationes più numerose continuano ad essere quella sicula e quella pugliese, nondimeno vi sono studenti dal Veneto, dal Piemonte, dalle Marche, dall’Emilia, dalla Calabria, dalla Campania, dalla Liguria, dall’Abruzzo: insomma la vocazione, fortunatamente, è, e continua ad essere, nazionale.

Le attività culturali

Anche lo scorso anno le attività culturali hanno ruotato attorno ad un Corso approntato dalla Direzione, di concerto con l’Associazione. E così, dopo il corso sulla Storia della Repubblica, su Mercato etica e finanza, lo scorso anno abbiamo realizzato, in sei incontri e con elevato numero di partecipanti, un Corso dedicato alle relazioni internazionali. La quarta edizione del corso sarà dedicata ad un tema che ci stava particolarmente a cuore, la dottrina sociale della Chiesa. Proprio oggi, al termine del mio intervento, Raffaele Cananzi, che ringrazio per l’amicizia e la cortese disponibilità, terrà la prolusione al Corso.

Gli ospiti

Altro evento caratterizzante l’anno è stato un ciclo di incontri di Introduzione alle professioni forensi, a cui hanno preso parte ex studenti del Collegio. Sono stati con noi alcuni di voi: Raffaele Viggiani, notaio, Piero Martello, magistrato, Presidente della Sezione Lavoro del Tribunale di Milano, Flavio Rocchio, avvocato presso il foro di Milano, Sergio Pirani, avvocato e giurista d’impresa, con la dottoressa Giovanna Ligas, Presidente Associazione Italiana Giuristi di Impresa. È stata, questa, anche grata occasione per riannodare le trame di un passato collegiale che si presenta sempre ricco e dinamico e, ciò che più conta, sempre ben vivo anche nell’oggi.
Inoltre, lo scorso anno è stato ricco come non mai di iniziative di pregio ed ospiti di assoluto prestigio. Hanno incontrato gli studenti Gherardo Colombo, Francesco Alberoni, Salvatore Natoli, Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Vittorio Messori. Particolarmente suggestivo si è rivelato poi un incontro su Abramo padre comune con l’Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, il rabbino capo di Milano e il presidente della comunità religiosa islamica di Milano.

Le altre iniziative

In un’aula magna gremita si è tenuta lo scorso 12 giugno la rappresentazione teatrale di Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, che ha riscosso un grande successo.
Inoltre, già da diversi anni, grazie al supporto dell’istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, vi è la possibilità di partecipare a corsi annuali interamente sovvenzionati per il conseguimento delle certificazioni internazionali di lingua inglese, tedesca e cinese nonché a corsi di alta formazione (il così detto progetto AlteScuole). Ogni anno, ancora grazie al Toniolo, si tiene un meraviglioso viaggio in Terrasanta, nel quale ci si fa pellegrini tra i pellegrini.

Il ruolo dell’Augustinianum

Sto cercando di dire che il collegio è impegnato nel fare cultura e nell’essere esso stesso cultura. Tale impegno, io credo, non è probabilmente mai parso tanto ineludibile e indifferibile come oggi. Proprio nell’ora storica, in tempi complessi e difficili quali quelli odierni, caratterizzati da volgarità diffuse e immense ignoranze, il collegio Augustinianum, fedele a sé stesso e alla sua storia e tradizione, può, e deve, svolgere e continuare a svolgere, e tornare a svolgere, quel ruolo che direi naturaliter gli compete e a cui è storicamente vocato. Un luogo libero (perché il collegio è molte cose ma soprattutto, come diceva don Mario Giavazzi, un “luogo di libertà”), cristianamente orientato, che coltivi l’eccellenza nello studio, la multidisciplinarietà dei saperi e degli interessi, che solletichi e carezzi la curiositas intellettuale dei suoi studenti.
Ma qual è il senso dei collegi, e, in modo particolare, del collegio Augustinianum, oggi? Mi è capitato, e mi capita, di pormi questa domanda.
Io, per paradosso, che poi tale non è, giungo a dire che forse c’è più bisogno di Augustinianum oggi di quanto non ve ne sia stato trenta o quaranta anni fa. Oggi più di ieri, perché ormai, come diceva mons. Lanza, “il punto debole dell’università è il rischio di diventare sempre più luogo di dispensa di competenze, nozioni e professionalità, cosa certamente preziosa, dimenticando tuttavia che prima di tutto occorre aiutare la persona a crescere in modo che ciò che si conosce diventi qualcosa di buono e valido per l’umanità”. È esattamente questo il punto focale della vicenda. Di un laureato in giurisprudenza con 110 e lode, dico giurisprudenza perché è la facoltà che per diverse ragioni meglio conosco, che non sa nulla di storia o che non abbia mai letto un libro che non sia di diritto non sapremmo che farcene. Il mondo ne è già pieno. Ma se a quella rigorosa competenza tecnica e preparazione, aggiungiamo i corsi di storia o di scienza politica che abbiamo approntato e che approntiamo, lo studio di una lingua, il teatro, quelle ingenue magari ma sincere discussioni sulla politica fino alle 4 del mattino che probabilmente tutti noi che siamo qui presenti abbiamo fatto, e che costituiscono una caratteristica della storia dell’Augustinianum, ebbene se aggiungiamo tutto ciò allora davvero rendiamo un servizio utile a questi ragazzi, alla nostra amatissima università e, non ho timore nel dirlo, anche all’Italia. Per questa cruna di ago passa oggi la sfida educativa, il senso dei collegi e la storia stessa dell’Augustinianum.
Quello che probabilmente è il maggior scrittore americano degli ultimi venti anni, David Foster Wallace, in un suo racconto scrive:
«Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: Salve, ragazzi. Com’è oggi l’acqua? I due pesci giovani nuotano un po’, poi uno guarda l’altro e fa: Ma che cavolo è l’acqua?»
Oggi, in quella che il più grande sociologo vivente, Zygmunt Bauman, non a caso chiama la società liquida, sempre più spesso si è totalmente immersi in qualcosa che rimane massimamente estraneo. Questa è forse la barbarie più grande.
Il collegio Augustinianum per decenni ha spiegato a tanti giovani pesci cosa sia l’acqua.
Intende continuare a farlo.

[Il resoconto della XVII Assemblea] | [Omelia di don Daniel Balditarra]