Massimo Polidoro e Paolo Attivissimo: paranormale e bufale


Il quarto incontro del ciclo <<A che cosa serve un’invenzione?>> si è svolto il 21 novembre 2016, con protagonisti Massimo Polidoro, “esploratore dell’insolito”, come ama definirsi, e Paolo Attivissimo, “disinformatico”, per una conferenza dal titolo “Viaggio ai confini della scienza, tra para-normale e bufale”.

Il primo intervento è stato del dott. Polidoro, segretario del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, per il quale hanno operato membri illustri quali Piero Angela e Umberto Eco.
In questa fase il dott. Polidoro ci ha mostrato in che modo i nostri sensi si lascino ingannare facilmente da fenomeni apparentemente incomprensibili ma in realtà molto banali. La causa di ciò è da imputare alla mancanza di attenzione da parte del soggetto: l’uomo guarda ciò che ha di fronte, ma si limita a quello, non osserva, non si concentra davvero, oppure si concentra sul particolare sbagliato (su questo, ad esempio, si basa la maggior parte dei giochi di prestigio).
Un caso emblematico di questo “difetto” è la pareidolia, la tendenza a riconoscere volti umani ovunque, su forme casuali che di umano non hanno nulla (un celebre esempio è il volto su Marte: il riconoscimento di un viso simile a quello della Sfinge su di una formazione rocciosa marziana).

A seguire, il dott. Attivissimo ha invece discusso dell’inganno “intellettivo”, cioè di come il nostro cervello si lasci abbindolare da fenomeni o notizie presentati in modo capzioso proprio per ingannare il soggetto, ma che ad una riflessione più attenta si rivelano altamente banali, se non addirittura falsi. Paolo Attivissimo si definisce disinformatico e cacciatore di bufale, si occupa dunque di smontare complotti, falsità del web, o notizie presentate come assurde, tutti casi che possono essere spiegati con semplicità facendo appello al buon senso e alla ragione.
Sono stati presentati moltissimi esempi di bufale e notizie false, a volte ciò capita per semplice disattenzione o mancanza di tempo da parte di chi le presenta, altre invece è tutto orchestrato ad hoc per attirare lettori, secondo il fenomeno del “clickbait”. Purtroppo si è notato come ciò capiti anche a giornali “seri” e di un certo rilievo, quindi l’importante invito è stato di non abbassare mai la guardia e studiare con attenzione ogni notizia che pretenda di far scalpore.

Per concludere, il dibattito con il pubblico è stato particolarmente ampio e stimolante. In molti hanno chiesto informazioni su “inganni” specifici (complotti riguardanti l’11 settembre, oppure i famosi cerchi nel grano…); inoltre si è potuto discutere dei processi alla base della tendenza, da parte di molte persone, di voler credere ardentemente nell’assurdo: il semplice interesse nella storiella fantastica o il rifiuto di accettare la realtà così com’è.

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